Giuseppe Biasi, nato a Sassari nel 1885, il pittore che dalla critica è sempre stato considerato come il più importante artista sardo del primo Novecento, non disdegnò di cimentarsi nella scrittura e alcuni suoi scritti, spesso polemici sulle correnti pittoriche imperanti negli anni ’30, ebbero un certo seguito.
L’articolo che Sardus Paper ripropone, venne pubblicato su La Lettura, rivista mensile del Corriere della Sera”, del 10 ottobre 1937. “Feste di popolo in Sardegna”, corredato da nove riproduzioni di altrettante opere dell’artista, oltre a testimoniare il modus operandi del Biasi pittore, rappresenta una “summa” di quelli che erano, in quegli anni, i motivi dominanti nella pittura dell’Artista che racconta la Sardegna ripescando nella memoria del suo vissuto.
Così Biasi descrive con immagini e parole la festa dei Candelieri di Sassari. Si sofferma, poi, sulle feste campestri in Barbagia, senza fare riferimenti a luoghi o feste specifiche, ma si rifà a tutta una serie di descrizioni tipiche, proprie delle manifestazioni “sacre e profane” dell’interno della Sardegna.
Un testo, quello dell’articolo, perfettamente in linea con le posizioni “folkloristiche” già sposate da Biasi negli anni ‘20, che vedeva nel folklore una fonte di ispirazione per la sua arte, in contrapposizione ad altri che, invece, puntavano al superamento dei localismi per aprirsi alle correnti moderne.
Le opere pittoriche abbinate all’articolo de La Lettura, invece, anche se fortemente legate alla Sardegna, evidenziano l’evolversi dello stile di Biasi che, alle descrizioni minuziose adottate in passato sostituisce pennellate decise, con l’uso marcato di colori forti e vivaci: i rossi che catturano lo sguardo e un uso del bianco, puro, utilizzato con maestria per dare luce alla scena.
In alcuni dei dipinti proposti emergono i retaggi africani, con evidenti sensazioni “esotiche” non strettamente legate alla Sardegna, derivati dall’esperienza in Africa che lasciò indubbiamente il segno nella produzione artistica di Biasi, da allora meno legata a schemi figurativi e più condizionata da un uso libero del colore.
Pagine 32 con con illustrazioni dell’autore. 60 copie numerate
carta Tintoretto touch class avorio da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21, maggio 2023
Sardus Paper. Un progetto editoriale per scoprire una Sardegna inedita o poco conosciuta
Sardus Paper è una collana curato da Angelino Mereu, punta a recuperare e valorizzare scritti brevi, poco conosciuti e spesso inediti, di argomento sardo.
Il nome “Sardus Paper” trae origine dalla divinità nuragica “Sardus Pater” e si basa sul gioco di parole che trasforma “Pater” in “Paper”, che, tra l’altro, ricorda la voce papiru = carta in lingua sarda, chiaro riferimento al mondo dei libri. Il progetto editoriale “Sardus Paper” prevede il recupero e la pubblicazione di vere e proprie rarità di argomento sardo, scritti brevi poco noti se non addirittura inediti a partire dal 1800 fino ai giorni nostri. In particolare saranno riproposti articoli, memorie e relazioni con lo scopo di far conoscere personaggi e vicende legate all’arte, alle scienze, alla storia, alle tradizioni e, in generale, alla cultura della Sardegna. “Sardus Paper” proporrà, inoltre, scritti inediti di autori contemporanei.
La scelta editoriale prevede una tiratura limitata di copie numerate: il progetto è rivolto, infatti, a un selezionato pubblico di collezionisti e bibliofili amanti della Sardegna..
“Sardus Paper”, progetto editoriale pubblicato in collaborazione con Nardini Editore, non esclude collaborazioni con associazioni, enti e istituzioni sensibili a temi legati alla cultura sarda
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