Affrontare il restauro di un’opera composita, come questa icona, costituita di oggetti di materiali e tecniche diversi, costituisce un’occasione fruttuosa dal punto di vista scientifico e necessità della collaborazione delle diverse competenze, che debbono armonizzare ed eventualmente scagionare nel tempo le indagini e le operazioni necessarie. Un esempio tipico in questo senso è rappresentato dall’icona della Madonna di Fermo […]
Al momento del sopralluogo, effettuato quando l’icona, già rimossa dalla sua precedente collocazione nel Duomo, si trovava ne Palazzo Arcivescovile, questa era inserita in una cassetta di legno chiusa da un vetro, di fattura apparentemente recente che, pur proteggendola da urti e polvere, non offriva la possibilità di garantire al suo interno valori climatici controllati idonei alla conservazione dei diversi materiali dei quali si compone. Le condizioni dell’icona non apparivano buone per nessuno dei suoi elementi, in parte per la fragilità stessa del materiale costitutivo, come nel caso della coperta argentea, realizzata con una lastra sottile sbalzata cesellata e traforata, e del supporto ligneo, poco spesso e molto depauperato ai margini da pregressi attacchi di insetti xilofagi; in parte, e in misura maggiore, in conseguenza di vecchi restauri che avevano abraso seriamente la pittura originale, ma avevano danneggiato anche la parte metallica, che presentava numerosi chiodi non pertinenti oltre che ammaccature, saldature e porzioni mancanti. A questi vanno aggiunti i danni, purtroppo consueti per questo tipo di manufatti, derivati dal culto del quale sono oggetto: l’apposizione mediante inchiodatura di collane, corone o, nel nostro caso, anche per una sorta di rafforzamento iconografico e cultura, di una reliquia inserita in un piccolo contenitore a forma di tabernacolo tardo gotico, applicato obliterando e in parte distruggendo una delle scene cristologiche della cornice dell’icona. […]
Indice:
Problematiche di un manufatto polimaterico
Indagini chimiche e chimico-fisiche
– Introduzione
– Risultati delle analisi
— Colorimetria
— Analisi EDXR
— Analisi mineralogica dei pigmenti e descrizione delle sezioni stratigrafiche
— Analisi al microscopio elettronico a scansione corredato di sonda per microanalisi (SEM-EDS)
— Analisi per spettrofotometria infrarossa con trasformata di Fourier (FTIR)
— Analisi diffrattometrica (XRF)
– Discussione dei risultati e conclusioni
— La coperta argentea
— L’impasto di supporto dello sbalzo
— La doratura dell’icona
— La pellicola pittorica
La copertura argentea
Il restauro del dipinto su tavola
Appendice 1
– Identificazione delle specie lignee
– Caratteristiche dei legni e areale di distribuzione dei due generi
Appendice 2
– Intervento sul supporto
Indagine multispettrale di controllo non distruttivo
– Apparecchiatura impiegata
– Dati ottenuti e relative ipotesi
Bibliografia essenziale
Il restauro dell’incisione raffigurante la Madonna del Rosario
Note
di Daila Radeglia, Giuseppe Guida, Fabio Talarico, Giuseppina Vigliano, Paola Fiorentino, Costanza Mora, Beatrice Provinciali, Giuseppe Fabretti, Barbara Biciocchi
Apparso su Bollettino ICR n. 1 (Luglio-Dicembre 2000) – pagine 86-127
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