Reintegrazione delle lacune nei manufatti dipinti su supporto tessile. Proposta di materiali alternativi

A oggi, nel restauro dei dipinti su supporto tessile pochi sono i materiali a disposizione dei restauratori considerati idonei per il riempimento delle lacune. Nella pratica comune è consolidato l’utilizzo di uno stucco riempitivo che si compone generalmente di un legante a base proteica e di un inerte, ovvero colla animale e gesso biidrato. Tale materiale possiede caratteristiche chimiche e fisiche del tutto affini ai manufatti oggetto dell’intervento, molti dei requisiti suddetti e soprattutto una lunga pratica applicativa. Vi sono però anche alcuni aspetti negativi, quali la mancanza di flessibilità e la possibilità di favorire un attacco biologico.

Nel  caso di prodotti commerciali e composti già pronti, le informazioni tecniche risultano spesso lacunose per via del segreto industriale delle case produttrici. Questo riguarda in particolare la tipologia degli additivi quali addensanti, antischiuma, battericidi, fluidificanti, idrofobizzanti e ritardanti di presa, la cui funzione è ovviamente quella di migliorare le caratteristiche del prodotto finale e che possono essere variati dalle case produttrici senza alcuna verifica della loro influenza sulla stabilità del prodotto.

In questa sperimentazione sono stati analizzati alcuni materiali di norma impiegati per scopi diversi, le cui ottime caratteristiche chimico-fisiche permettono di suggerire un loro utilizzo sostitutivo o complementare al familiare stucco a base di gesso e colla animale, oppure ad altri impasti utilizzati come stucchi riempitivi

Indice:
Descrizione dei materiali
Materiali indagati:
Gesso e colla animale
Modostuc
Polyfilla
Balsite
Aquazol
Beva Gesso
Allestimento dei campioni per lo studio comparativo dei prodotti
Lavorabilità dei composti
Ritiro dimensionale
Reintegrazione pittorica e verniciatura
Resistenza meccanica
Reversibilità
Attacco biologico
Conclusioni
Note

Di Daphne De Luca, Leonardo Borgioli, Luigia Sabatini, Valentina Viti
Estratto da Kermes 88 (Ottobre-Dicembre 2012) – pagine 42-54

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