Sono in molti, fra gli storici dell’arte, a pensare che se Raffaello da Montelupo – figlio di Bartolomeo “Baccio” Sinibaldi noto come Baccio da Montelupo – fosse nato, invece che in Toscana, in qualsiasi altra terra italiana o europea, avrebbe probabilmente ottenuto ben altra notorietà di quella che ha ricevuto in vita e dopo la morte. Perché per uno scultore e architetto toscano, in pieno Cinquecento, era naturale il rischio di venire relegato in secondo piano da artisti di straripante personalità quali Michelangelo Buonarroti (di cui Raffaello fu amico e collaboratori), Ammannati, Sangallo, Bramante, Cellini (col quale condivise l’avventura del Sacco di Roma nel 1527).
“La grandezza dell’artista era stata rilevata però dal Vasari nella Vita di Baccio da Montelupo e di Raffaello suo figliolo: ‘Lasciò Baccio alla morte sua fra gli altri figliuoli Raffaello che attese alla scultura, e non pure paragonò suo padre, ma lo passò di gran lunga. Questo Raffaello, cominciando nella sua giovinezza a lavorare di terra, di cera e di bronzo, s’acquistò nome d’eccellente scultore….’ E ancora, a proposito della Sacrestia Nuova di San Lorenzo per conto di Clemente VII: ‘…onde Michelagnolo, conosciuta la virtù di Raffaello, si servì di li in quell’opera…’ Come ci ricorda con giusto orgoglio Gatteschi, Raffaello da Montelupo fu tra i pochi artisti in stima di Michelangelo, il quale, non a caso, lo chiamò ad altre collaborazioni nella lunga stagione romana.”
a cura di Riccardo Gatteschi
Pagine 72, cm 13×18, brossura con bandelle, illustrato, anno 2016
Isbn: 9788840400693
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