a cura di Gennaro Tampone, Francesco Gurrieri e Luca Giorgi
Pagine 448, brossura, cm 17×24, illustrato a colori e in b/nero
Isbn: 9788840442129
Piero Sanpaolesi, restauro e metodo”, edizioni Nardini (Firenze) – a cura di Gennaro Tampone, Francesco Gurrieri e Luca Giorgi. «Un libro – racconta Tampone anche allievo di Sanpaolesi scoparso nel 1980 – che rende omaggio alla figura più importante di studioso delle Cupole in Italia. Fu proprio SanPaolesi nel 1972 a scrivere il saggio ancora attuale ‘La Cupola di Santa Maria del Fiore e il mausoleo di Solanieh’, il primo studio che ricollegava il capolavoro del Brunelleschi all’operadi Soltanieh (= città imperiale), sulla strada da Tabriz a Teheran. E’ una storia affascinante – commenta Tampone – quella delle analogie tra due opere apparentemente così lontane geograficamente. Il Brunelleschi non andò a vedere il mausoleo di persona ma sicuramente venne a conoscenza di questa struttura già famosa ai tempi della sua costruzione in un periodo di Intensa frequentazione di mercanti italiani nell’Impero mongolo. Le due cupole furono così ideate nello stesso tempo: 1295 la S.Maria del Fiore (la cupola fu poi effettivamente costruita dal 1420 al 1436, Architetto Filippo di Ser Brunellesco), il Mausoleo di Oljaitu Kodabendah a Soltanieh fu interamente costruito tra il 1304 e il 1312, Architetto Xaidiè Ali Shah, di Tabriz. Entrambe – continua – riprendono la remota tradizione del Megalitismo europeo di costruzione di cupole senza uso di centine di cui le realizzazioni preelleniche micenee (Tombe dei cosiddetti Eroi omerici come Tesoro di Atreo, Tomba di Clitemnestra e altre simili), rappresentano il vertice. Infine sono entrambe sostenute da otto pilastri collegati da arconi, sono a doppio guscio e sono nervate da costoloni». Affascinanti anche le analogie con cupole più vicine. Come evidenzia il Porfessor Roberto Corazzi dell’Università di Firenze, già autore del libro ‘Il segreto della Cupola del Brunelleschi. «Dal Pantheon di Roma al Battistero di San Giovanni, costruita con profilo a sesto acuto su una pianta ottagonale, Brunellschi ha saputo grazie alla sua eclettica anima di architetto, matematico e fisico trarre gli spunti necessari per la sintesi ancora oggetto capolavoro unico al mondo.
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