Già agli albori degli studi sulle tecniche artistiche, nella seconda metà del XIX secolo, Correggio appariva come una figura chiave nell’evoluzione tecnica. Correggio fu infatti testimone, anzi protagonista, del graduale passaggio dalla tavola alla tela, portando a compimento le sperimentazioni del Mantegna.
Altro primato attribuito al pittore concerne l’uso di imprimature colorate (grigie o rosso-brune), in sostituzione dei fondi bianchi, o comunque molto chiari, adottati all’inizio del XVI secolo; anche in questo caso, più che inventore, Correggio fu portavoce autorevole di una sperimentazione che in ambito padano, e forse anche veneziano, aveva una tradizione di tutto rispetto. Altra soluzione tecnica considerata peculiare del Correggio è la costruzione degli incarnati a partire da un abbozzo monocromo di bianco e nero; di nuovo l’invenzione non è affatto correggesca, ma affonda nella tradizione; l’uso che tuttavia ne fece Correggio è tale da impartire una peculiarità nella costruzione degli incarnati, riconosciuta già dai suoi contemporanei coma una delle sue cifre stilistiche più apprezzate.
Nel corso degli anni, l’Istituto Centrale del Restauro ha avuto occasione di indagare un nutrito gruppo di dipinti di Correggio o della sua cerchia mediante tecniche non distruttive quali la radiografia, la riflettografia infrarossa e l’analisi di fluorescenza X (XRF): tali indagini, integrate da un’attenta osservazione delle opere, hanno consentito la messa a fuoco dei materiali e della tecnica dell’artista, in relazione al contesto generale della pittura a cavallo tra XV e XVI secolo.
Contenuti dell’articolo:
Introduzione
Supporti
Indagini riflettografiche
Pigmenti
Conclusioni
Note
di Diego Cauzzi, Pietro Moioli, Claudio Seccaroni
Apparso su Bollettino ICR 30 (Gennaio-Giugno 2015; stampa: Dicembre 2015) – pagine 39-50 + abstract in inglese
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