È deprimente e scandaloso vedere ogni giorno sui palinsesti tv alternarsi giornalisti, opinionisti, attori, artisti, intellettuali, politici, filosofi, teologi… impegnati in dibattiti infiniti su questioni di ogni genere: urlanti, frementi, mostrano i muscoli dell’intelligenza in una competizione dialettica rissosa, volgare ma sempre “amante della ricerca della verità”.
A tutti voi che vi considerate il sale della terra, la crema intellettuale, i “migliori”, i creativi, io dico: a cosa valgono il vostro lavoro, le vostre opere, la vostra arte, se sotto i vostri occhi ciechi si spalanca ogni giorno l’oscenità della morte per denutrizione e per fame, che raramente viene documentata e mandata in onda?
“Quando la metà del mondo guarda in tv l’altra metà che muore di fame, la civiltà,quella civiltà cristiana è giunta alla fine”.
Come scrisse lo scienziato della relatività, che provava rimorso per aver partecipato agli esperimenti per la costruzione della bomba atomica: “A che vale l’opera d’arte più meravigliosa creata dall’intelligenza umana, le sue ricerche e invenzioni scientifiche più ardite di fronte a un bambino che muore di fame?
E voi, sacerdoti di tutte le religioni e di tutte le fedi, chiudete i vostri templi e ai portoni sprangati inchiodate dei cartelli con la scritta: “chiuso per lutto, sin quando sulla terra ci sarà una sola persona che sta morendo perché non ha cibo”.
(Santo Giangrasso)
Pagine 416, brossura con bandelle, cm 13×20, maggio 2019
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