A Ruggero Breschi, titolare di un negozio di intimo femminile a Firenze, “basta un colpo d’occhio per indovinare che marca, colore e tessuto di mutanda siano quelli preferiti da una determinata persona”, ma stranamente, con Klaus Shulte, l’impresa si presenta particolarmente difficile. Siamo in una fattoria isolata della campagna senese, ed è proprio da quei parte la vicenda del Breschi, quarantenne single, quasi esclusivamente interessato al suo business e spesso chiuso nei romantici quanto dolorosi ricordi della sua relazione segreta con Susan Mironi, moglie di uno dei più famosi oncologi della città, tragicamente scomparsa a causa di un incidente. E certamente questi ricordi avrebbero potuto restare tali se un giorno, in negozio non fosse arrivata Miriam, figlia della donna, presenza attraverso la quale si trova catapultato nella inimmaginata realtà in cui Susan si muoveva, un mondo fatto di esoterismo e misteriose sette che lo sorprende e lo disorienta spingendolo a chiedersi se quello capitato a Susan sia stato davvero un incidente e, di più, se Susan sia veramente morta. Alla ricerca della verità, Ruggero parte per un viaggio che lo porterà dalla Svezia alla Germania, una pista che si intreccia e si confonde tra incubi rivelatori, inaspettati eventi e originali personaggi. Fulvio Ottaviano entra nei recessi e nei meandri di tante vite private mettendo in scena un noir di solido impianto, volutamente condotto attraverso una scrittura a tratti “cinematografica” capace di rendere il testo visibile, come un film, per regalare al lettore-spettatore la perfetta alternanza di momenti di spietata tensione a scene più leggere, che riescono a commuovere e persino a far sorridere.
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