Cristina Danti, Alberto Felici (a cura di)
testi di: Alberto Felici, Anna Brunetto, Bruno Santi, Carlo Lalli, Carmen PerŽz Garc“a, Cristiana Todaro, Cristina Acidini, Cristina Danti, Daniela Murphy, Fabrizio Bandini, Gioia Germani, Giorgio Bonsanti, Guido Botticelli, Lorenzo Appolonia, Marco Ciatti, Mariarosa Lanfranchi, Massimiliano Pieraccini, Paola Ilaria Mariotti, Roberta Roani, Roberto Parenti, Sara Penoni, Stefania Luppichini
pp. 303; 45 tavole a colori, oltre 250 illustrazioni in b/n
E-BOOK IN FORMATO PDF
Isbn: 9788840404295
Una raccolta di testi appositamente scritti da storici dell’arte, scienziati e restauratori: esperienze e linee di ricerca di straordinario interesse sul tema della pittura murale ‘nascosta’ e del suo ritrovamento.
Ci sono momenti nella storia dell’umanità, e quindi della cultura, in cui quell’importante fattore costitutivo dell’opera d’arte che è il colore è stato camuffato, manipolato, nascosto, obliterato: in una parola ‘negato’. E questo succede in tutte le arti: si parla infatti di colore anche in letteratura e in musica. Ma ci vogliamo qui attenere alle arti figurative, come tema di questo lavoro, e più in particolare alla pittura su muro, in quanto il genere di arte figurativa sicuramente più difficile da nascondere alla vista, in momento di disgrazia, se non appunto ricorrendo a soluzioni estreme come la distruzione, la manipolazione aberrante, la copertura con l’intonaco o l’imbiancatura … Il colore dunque fa paura, e ‘ritrovarlo’ è quindi un grande atto di coraggio, sia a livello estetico che a livello tecnico. Ed è anche un’operazione per forza lunga e difficile, che implica inoltre la ricerca di un adeguato contesto e di una efficace presentazione finale. (da C. Danti, “Il bianco e il colore”)
INDICE
Prefazione, Bruno Santi
Presentazione, Cristina Acidini
Il bianco e il colore, Cristina Danti
STORIA, VICENDE CONSERVATIVE E CASI DI STUDIO
L’occultamento delle pitture murali: motivi e modalità
Alberto Felici, Mariarosa Lanfranchi
Il Medioevo sepolto
Giorgio Bonsanti
La scopritura di cicli pittorici in un contesto ormai modificato. Alcuni esempi nel corso della storia del restauro
Marco Ciatti
Galileo e Dario Chini ‘scopritori e riparatori’ di affreschi
Roberta Roani
La riscoperta delle lunette di Nicol˜ dell’Abate nella ‘Camera del Paradiso’ della Rocca di Scandiano
Alberto Felici, Mariarosa Lanfranchi, Stefania Luppichini, Sara Penoni, Cristiana Todaro
La Compagnia dei Battuti della chiesa di San Michele a Castello. Rinvenimenti e restauro dei dipinti murali
Guido Botticelli, Alberto Felici, Gioia Germani, Daniela Murphy
Il recupero di un affresco attraverso lo ‘strappo’ di una tempera grassa sovrapposta
Guido Botticelli
METODOLOGIA E DIAGNOSTICA
Il descialbo delle pitture murali fra tradizione, storia e innovazione
Fabrizio Bandini, Alberto Felici, Paola Ilaria Mariotti
Il laser per la rimozione delle scialbature dalle pitture murali della Cappella del Manto in Santa Maria della Scala a Siena
Anna Brunetto
Tecniche di rilevamento archeologico nei saggi di scopritura stratigrafica
Roberto Parenti
La diagnostica propedeutica alla rimozione degli scialbi
Lorenzo Appolonia
Nuove tecnologie di introspezione muraria per la scoperta di strutture e pitture nascoste: il caso della ‘Battaglia di Anghiari’ di Leonardo da Vinci
Massimiliano Pieraccini
APPENDICE
Las pinturas ocultas de la Capilla Mayor de la Catedral de Valencia
Carmen Perez Garcia
Indagini sullo stato di conservazione e sulla tecnica di esecuzione delle pitture murali della Cappella Maggiore nella Cattedrale di Valencia
Carlo Lalli
TAVOLE
In questa raccolta di testi da parte di storici dell’arte, scienziati e restauratori è riunita una selezione di esperienze e di linee di ricerca di straordinario interesse, tutte ruotanti intorno al tema della pittura murale “nascosta” e del suo ritrovamento. un argomento, questo, che più di una volta ha messo alla prova il Settore di Restauro delle Pitture Murali dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, a lungo diretto da Cristina Danti e ora da Cecilia Frosinini, e supportato da valenti restauratori.
La casistica del ritrovamento di pitture murali, spesso affreschi, in chiese e palazzi, sotto uno o più strati di scialbo, è o almeno era tra le più frequenti: tanto da dar luogo a configurazioni anche problematiche: come nelle chiese in cui lacerti più o meno estesi di cicli pittorici tre-quattrocenteschi sono emersi negli intervalli di muro fra gli altari del tempo della Controriforma, e restano galleggianti nel gran bianco della parete, godibili ed istruttivi in sè, ma ormai scollegati dalle partiture proporzionali dell’edificio.
La ricomparsa di una pittura murale, magari dopo secoli di oblio, suscita emozioni tra le più forti. Non potrò mai dimenticare ad esempio l’apparizione degli Angeli quattrocenteschi nella cupola della cattedrale di Valencia, allorché‚ per la prima volta (nel 2005) infilai la testa in una delle aperture praticate nell’aggiunta barocca. Alla luce ondeggiante della torcia elettrica vedevo splendere a tratti i volti carnosi, i riccioli biondi, le vesti e le ali dai fulgidi colori, le generose dorature grate al committente Rodrigo Borgia, oggi pienamente visibili dopo il recupero condotto sino in fondo dai colleghi valenciani.
E anche il sogno della ricomparsa di una pittura murale occultata, se è famosa, può accendere la fantasia e sollecitare l’impegno. Una indagine non ancora conclusa, ad esempio, punta a ritrovare (se esistono) i resti della Sagra di Masaccio al Carmine. Descritta e disegnata più volte, la grandiosa e affollatissima scena uscita dal pennello di Masaccio e risultata introvabile a ogni reiterato tentativo, sebbene non si perda la speranza d’individuare quel che ne resta in un segmento protetto di muratura.
Una ricerca ancor più audace è infine quella, appena alle sue prime battute, che si propone di sondare laeventuale presenza di tracce della Battaglia di Anghiari, dipinta da Leonardo su una parete della Sala dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze. L’innovativa tecnologia diagnostica che è in corso di messa a punto e di verifica, abbinata al nome del sommo genio di Vinci, fanno di questo progetto un’occasione preziosa, se non unica, per ricercare un capolavoro nascosto con tecniche non invasive di introspezione
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