Le osservazioni sulle diverse tecniche di doratura adottate ad Assisi, in modo particolare nella Basilica Inferiore che è stata oggetto per molti anni di cantieri di rilevamento delle tecniche esecutive e di manutenzione ordinaria, hanno consentito di evidenziare una varietà di metodi adottati nell’arco di pochi decenni con soluzioni diverse, spesso contraddittorie e non sempre rispondenti alle fonti tecniche medievali più conosciute. Le diverse tecniche esecutive testimoniano uno sviluppo che si svolge in un arco di tempo compreso tra il 1260, in cui si colloca la decorazione delle pareti nella navata centrale delle Basilica Inferiore attribuita al cosiddetto Maestro di San Francesco, e i primi anni del Trecento corrispondenti all’esecuzione dell’unica opera certa e documentata di Giotto, la Cappella della Maddalena.
[…] Nell’indagare questo momento di affermazione e diffusione della doratura su muro, che si colloca poco dopo la metà del Duecento, emerge che le fonti documentino tecniche che non trovano riscontro in opere a noi pervenute; viceversa solo una parte delle conoscenze e delle pratiche riscontrate nelle opere trova rispondenza nelle fonti, soprattutto in questo periodo sperimentali.Pochi anni dopo, per la doratura in genere, le due tecniche destinate a una diffusione universale, quella a missione prima, e a bolo, poi, descritte entrambe da Cennino Cennini, si affermeranno definitivamente giungendo a un grado di perfezionamento tecnico ottenuto anche grazie all’affinamento degli adesivi, all’assottigliamento sempre maggiore della lamina e a una tecnica di lavorazione della superficie in cui si propone un rilievo finissimo e che, soprattutto nella pittura su tavola, emula la tecnica affine dell’oreficeria.
Soltanto nel campo più specifico delle pitture murali, all’uso della foglia d’oro si affianca anche la tecnica che prevede l’uso della lamina di stagno dorata, anche se già da Teofilo si ricava che, in assenza dell’oro, si può utilizzare la lamina di stagno tuttavia non dorata ma tratta a imitazione dell’oro. Da tempo è stato chiarito che l’adozione della lamina di stagno dorata non avviene per motivi economici, cioè non c’è alcun risparmio nel ricorrere a questa tecnica, almeno per quanto riguarda il materiale in sé.
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di Carlo Stefano Salerno
Apparso su Bollettino ICR 18-19 (Gennaio-Dicembre 2009) – pagine 56-72
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