Tra le ultime aggiunte al catalogo di Artemisia Gentileschi, la Susanna e i Vecchioni della Pinacoteca Nazionale di Bologna è forse la più importante, in quanto si tratta di un’opera di qualità elevata, firmata e datata (1652), che si pone al termine della carriera della pittrice.
In occasione della recente esposizione su Artemisia Gentileschi a Pisa, si è deciso di pubblicare gli esiti delle indagini radiografiche, ponendo in tal modo a disposizione di tutti informazioni relative alla tecnica pittorica dell’estrema attività di Artemisia. Dalle immagini radiografiche è infatti possibile mettere a fuoco alcune delle modalità con cui la composizione è stata messa a punto e costruita sulla tela: per le figure più grandi l’artista è proceduta partendo dagli elementi in primo piano per poi definire via via quelli retrostanti, ovviamente ritornando successivamente sui raccordi, mentre i dettagli secondari, come ad esempio le rose che fuoriescono tra le colonnine della balaustra, sono stati dipinti in un secondo momento.
Di Gian Piero Cammarota, Diego Cauzzi, Pietro Moioli, Claudio Seccaroni, Anna Selleri
Estratto da Kermes 88 (Ottobre-Dicembre 2012) – pagine 55-60
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