Universo paradossale…. Riporre un libro dopo averlo letto dà la sensazione di partecipare a un mondo del quale finalmente si fa parte. È la parola che si è fatta carne, comunicazione, informazione, unione con il lettore. Ma che ne è dei mondi, delle vite, delle vicende, e dei pensieri che pulsano nelle parole, nelle pagine del libro, una volta chiuso e riposto o quando, peggio, pochi o nessuno l’hanno mai aperto? Dove va quella vita segreta che ora non è più? Forse in un sogno che vive, in un’altra dimensione, in un altro esistere. Forse in un Altrove, un luogo-non-luogo di ricomposizione? O negli Universi paralleli, i “multi versi” di cui parlano i fisici moderni? Tutti i libri letti e dimenticati in biblioteche e librerie invecchiano, le pagine ingialliscono e scolorano, i caratteri sfumano con la grana che si sfalda decennio dopo decennio. Anche l’aspetto esteriore, l’involucro di quell’esistenza apparentemente autonoma che è racchiusa all’interno del libro, vanno piano piano perduti. Resta solo una dimensione di vita vissuta, di vicenda sentita, di pensieri espressi da chi ha scritto e da chi ha letto quel libro, una storia fermata nell’eternità. È a questo punto che il libro può anche liquefarsi nel nulla, scomparire (anche se nascosto in qualche biblioteca virtuale), poiché le idee, i concetti racchiusi in esso (il meme, per dirla con Richard Dawkins) hanno trovato collocazione in quell’Altrove.
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STEFANO WITTUM ha fatto la scommessa di scrivere un libro, una scommessa durata quasi trent’anni e un libro nel quale ha racchiuso la sua visione della vita, i successi e i fallimenti, comunque le sue lotte. Lo ha dedicato ai figli Ilaria e Tommaso i quali oggi hanno l’età del libro. Laureato in Lingue e Letterature Straniere al Magistero di Firenze, ha seguito un programma di studi
prettamente psicologici junghiani, dilettandosi anche, da profano apprendista stregone come ama definirsi, nei misteri della fisica e dell’astrofisica. Il suo mestiere principale è stato però quello dell’albergatore, esperienza nella quale ha imparato a conoscere
le persone e l’umanità. Ama anche il contatto con la natura e l’agricoltura di prossimità, dalle quali ha tratto non pochi spunti esistenziali. Sogna di ritirarsi in una casetta in mezzo a un campo sulle colline sopra Firenze, un “eremo” sulla porta del quale ha affisso una targa con scritto: “Elogio del minimalismo”.
Autore: Stefano Wittum
Pagine 296, brossura con bandelle, cm 13×20, anno 2019
Pagine 296, brossura con bandelle, cm 13×20, anno 2019
Codice isbn: 9788840420486
Collana: Iena Reader Papers
Collana: Iena Reader Papers
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