Il restauro delle urne etrusche dell’ipogeo dei Cacni è stato occasione per sottoporre i manufatti a un programma di studio finalizzato non soltanto a chiarire alcune cause dei fenomeni di degrado presenti, ma anche ad acquisire maggiori conoscenze sulle tecniche esecutive antiche.
Il carattere di eccezionalità delle urne, pervenute in ventidue esemplari oltra a un sarcofago non deriva soltanto dal fatto di essere parte di un contesto archeologico unitario – l’ipogeo funerario della famiglia dei Cacni di Perugia – e della loro indubbia rilevanza storico-artistica, ma anche dall’essere un insieme sostanzialmente integro, nonostante la loro condizione di materica fragilità, che ha prodotto mancanze, fratture e perdita di finiture. Le urne sono un campione rappresentativo dell’impiego di differenti tecniche esecutive: dalle semplici casse lisce stuccate e dipinte delle urne più antiche, alle urne lavorate a bassorilievo e ad altorilievoi, originariamente arricchite da una vivida policromia di cui restano cospicue tracce su diversi esemplari. […]
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INDICE:
Lavorazioni originali e stato di conservazione
Campionamento e tecniche analitiche utilizzate
Risultati e discussione
Il restauro
Conclusioni
Note
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Di Fabio Aramini, Lucia Conti, Luciana Festa, Maria Concetta Laurenti, Paola Santopadre, Giancarlo Sidoti, Flavia Vischetti
Estratto da Bollettino ICR N. 31 (Luglio/Dicembre 2015) – pagine 39-56
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