Nei numerosi cantieri giotteschi la perfetta orchestrazione delle maestranze certamente attive sotto la regia di Giotto accende di frequente il tema dell’autografia delle sue opere, ma se riconoscere il tocco del maestro in uno e non in un altro dei volti pregevolissimi dipinti sulle pareti dove egli fu attivo, dovesse significare eliminare dal suo catalogo alcune parti di quei cicli pittorici, si farebbe un grave errore.
Nonostante ciò resta necessario continuare, anche attraverso nuove strade, a individuare le differenze e le similitudini ravvisabili all’interno di un medesimo ciclo e fra più cicli pittorici, allo scopo di aggiungere elementi ai temi di cronologia e di progresso stilistico del maestro e della sua bottega.
Si può tornare a riflettere sul modo di disegnare i panneggi rivelato dalla perdita delle campiture ad azzurrite date a secco nella Cappella degli Scrovegni e osservare con maggiore attenzione i giunti di intonaco. Tentando alcune associazioni con il disegno evidenziato dalle riflettografie eseguite in passato sulla croce di Santa Maria Novella, ma anche mediante un un nuovo percorso caratterizzato dall’osservazione delle numerose iscrizioni presenti sulle pareti e sulla volta, sono stati fatti progressi che qui si espongono.
Il disegno preparatorio dei panneggi è infatti spesso chiaramente visibile su questi dipinti. Prevalentemente “messo a nudo” dalla caduta del blu d’Alemagna oppure, più raramente, lasciato in origine intenzionalmente visibile in aree dove la resa pittorica è ottenuta rapide, liquide ma efficaci pennellate, in particolar modo nei registri più bassi. Sono stati riscontrati diversi modi di impostare col disegno le pieghe volumetriche delle vesti sugli intonaci Scrovegni e qualche ipotesi è stata già fatta in merito alle ragioni di tali differenze. In particolare ne prevalgono due: la necessità di differenziare i fondi per conferire riflessi alle stesure pittoriche successive eseguite a velature semitrasparenti o con la più corposa azzurrite e la presenza dei tratti calligrafici distintivi dei diversi maestri in opera nella bottega giottesca che restano evidenti nel disegno perché il lavoro di amalgama è affidato alle finiture e agli ultimi ritocchi. […]
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Di Francesca Capanna e Antonio Guglielmi
Estratto da Bollettino ICR N. 35 (Luglio-Dicembre 2017) – pagine 5-18
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