Nelle armature giapponesi, ci troviamo di fronte a quattro situazioni differenti, dettate dalla composizione delle parti che ne costituiscono l’unità: le parti in acciaio, quelle in metallo non ferroso (leghe e metalli preziosi), quelle laccate e infine quelle tessili (sete, broccati, lini, cotoni, velluti, lane).
Generalmente, le parti più interessate a un deterioramento sono quelle relative al tessile e alla lacca; può esservi anche un deterioramento relativo alle parti in acciaio, specie se queste ultime sono state esposte ad agenti deterioranti, quali acqua-umidità, in ambienti senza controllo, e anche a causa della perdita della protezione della lacca sovrastante (se si tratta di piastre, lamelle laccate o pelle), nelle tipologie specifiche.
Ma nella stragrande maggioranza dei casi, il danneggiamento più rilevante si riscontra sui materiali tessili che, per loro natura sono molto più deboli e fragili delle lacche e dei metalli.
Il materiale tessile più usato nelle armature giapponesi per tradizione e per disponibilità oggettiva è la seta. Bisogna fare una distinzione tra le sete usate durante i periodi Heian, Kamakura, Nambokucho, Muromachi, Momoyama ed Edo, con quelle adoperate nei primi anni del periodo Meiji (principalmente usate per il restauro), per la composizione degli “odoshi-ge) e delle altre strutture di supporto. […]
Indice:
Tessuti e strutture tessili di supporto
Pelli, guaine di pelle e porzioni di pelle usate come tessuto e supporto
Parti ricoperte da urushi (lacca giapponese)
Acciai
Fornimenti in lega e metalli preziosi
Glossario dei termini
Di Francesco Civita
Estratto da Kermes 85 (Gennaio-Marzo 2012) – pagine 39-48
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