Per gli interessati all’archeologia industriale e al paesaggio, Nardini Editore pubblica, nella collana Restauro Quaderni, un nuovo volume, curato da un gruppo di esperti dell’Università di Brescia che ne ha curato la mappatura e lo studio, tratta della valorizzazione degli opifici idraulici in alcuni comuni della Valle Sabbia.
Ciò che rimane degli opifici idraulici, luogo della produzione che ha più caratterizzato il sistema economico della valle, non è sempre facilmente riconoscibile. Alcuni edifici sono stati recuperati, conservando sia la struttura sia parti delle macchine e alcune delle opere idrauliche che servivano per alimentarli. In molti altri casi sono rimaste solo porzioni di muri, pietre sagomate, qualche frammento di opera idraulica. Cionondimeno è proprio con la documentazione, l’analisi e la comprensione delle tracce lasciate dalla decadenza degli opifici, tracce di edifici e di canali abbandonati nei boschi, e delle rimanenze delle soglie delle traverse, dei gargami delle paratoie, degli sfioratori disseminati sul territorio, che si restituisce l’eco dell’epoca in cui quelle reti di servizi, collegate all’industria metallurgica locale, segnavano profondamente il territorio. Riconoscere e riconnettere queste tracce ci permette di riannodare i fili che sussistono tra il paesaggio e la sua antropogenesi.
– Tessere (di) paesaggio
– Notazioni sullo sviluppo della siderurgia in Valle Sabbia
– Opifici idraulici e opere idrauliche in Valle Sabbia
– Conservare l’archeologia industriale
– I sistemi di opifici idraulici della Valle Sabbia: opere idrauliche e manufatti edilizi
– I Comuni di Agnosine, Bione, Capovalle, Casto, Mura, Lavenone, Idro, Odolo, Pertica Alta, Pertica Bassa, Anfo, Provaglio Val Sabbia
– Criteri per la conservazione di opifici idraulici e delle opere idrauliche
– Indicazioni per gli interventi