La chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta (L’Aquila)

Santa Maria in Valle Porclaneta

Dell’antica struttura del monastero di Santa Maria in Valle Porclaneta, oggi non resta che la chiesa. Alla sua facciata si addossa un pronao coperto, preceduto a sua volta da un’area che probabilmente in passato ospitava un quadriportico, diffuso nelle abbazie di derivazione cassinense. Tale ipotesi è giustificata dalla presenza di un’architrave montato su due piedritti, distante circa 26 metri dal fronte della chiesa, che probabilmente costituiva l’accesso originario all’intero complesso. Ulteriori conferme circa la reale funzione di questo spazio derivano dal confronto tipologico con strutture coeve e dalla presenza, sino agli anni trenta del sec. XX, dei ruderi della massiccia torre campanaria in facciata. A Santa Maria in Valle Porclaneta, parallelamente all’edificio ecclesiastico, alla sua destra,si addossa un ambiente posto ad un livello inferiore e che probabilmente fungeva da raccordo con i locali destinati alla vita monastica, in osservanza del modello canonico con, appunto, i quattro corpi di fabbrica principali individuati dalle funzioni fondamentali – dispensa, refettorio, dormitorio e chiesa – disposti attorno al chiostro. A parte queste semplici considerazioni, la scarsità degli elementi a disposizione e le profonde trasformazioni che hanno interessato tanto l’edificio quanto il suo contesto ambientale, verificatesi senza soluzione di continuità per tutto il millennio, non ci consentono di avanzare nessun’altra ipotesi circa la struttura cenobitica. Tali ipotesi ulteriori, comunque, a giudicare dalla conformazione e dall’orografia del sito, dalla posizione dell’edificio ecclesiastico e dal confronto tipologico-formale con complessi analoghi, dall’ubicazione della strada sterrata proveniente dal vicino centro fortificato di Rosciolo, andrebbero sostenute per mezzo di scavi archeologici o apposti saggi. Questa assoluta mancanza di elementi oggettivi di riscontro ci ha portati a considerare, come prima fase costruttiva, quella in cui il complesso monastico e la chiesa abbaziale costituiscono un unicum già strutturato.

La pianta di Santa Maria in Valle Porclaneta, orientata secondo la canonica direzione est-ovest, è di tipo basilicale a tre navate, con nartece e una sola abside, semicircolare all’interno e poligonale all’esterno, in corrispondenza della navata centrale. due file di sei pilastri aventi sezione pressoché quadrata, di circa 70 cm di lato, posti su bassi piani di imposta quadrangolari non sempre distinguibili dal piano pavimentale, definiscono le navate, suddividendole in sei campate ciascuna. L’ultima campata delimita il presbiterio grazie ad un piano rialzato e leggermente inclinato dal pavimento della chiesa, sopraelevato di 1,2 m all’estrema sinistra e di circa 1 m a destra. Al di sotto del presbiterio, a 2,5 m dal piano di calpestio della chiesa, si trova una piccola cripta rettangolare, voltata, accessibile unicamente da una stretta scala posta al termine della navata destra. La pianta della cripta segue il perimetro del presbiterio soprastante, occupandone poco meno della metà della superficie. Da alcune immagini radar effettuate sulle murature è stata inoltre rilevata la presenza, sempre al di sotto del piano presbiteriale, di almeno un altro ambiente laterale sulla sinistra, ormai riempito.
L’esistenza di questo ambiente è supportata anche dalle dimensioni contenute e dalla forma del vano attualmente accessibile.

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La chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta. La vicenda storico-costruttiva e l’uso di strumenti innovativi per la gestione della conoscenza

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